Personaggi

Personaggi famosi del comune di Cerisano


Descrizione

Lorenzo Greco

Paolo Greco

Vincenzo Greco

Raffaele Paura

Francesco Santelli

Antonio Zupo

Giovan Battista Zupo

Nicola Zupo

 


 

 

 

Lorenzo Greco

Nato il 5 giugno 1822, fu sacerdote e letterato. Dopo avere frequentato il seminario si recò a Cosenza per proseguire gli studi scientifici e letterari. Sostenitore della lingua toscana, criticò sempre l'uso dei vocaboli stranieri nell'italiano del tempo. Per questo motivo compilò il "Vocabolario della parlata cosentina messa a confronto con la toscana". Morì nel giugno 1873. Tra le altre opere (parte delle quali sono rimaste inedite) sono da ricordare: "Giudizio estetico sull'arte di Orazio Flacco", "Prose due di Lorenzo Greco" e una serie di terzine sul terremoto del 1854.

 

 

Paolo Greco

Letterato, nacque nel 1827. Fu socio dell'Accademia Cosentina e collaborò assiduamente con la rivista di cultura "Il Calabrese". Fra le sue opere (rimaste inedite) uno studio sulla "De Monarchia" di Dante. Morì a Cosenza nel 1859.

 

Vincenzo Greco

Poeta e studioso, visse nella prima metà del XIX secolo. Scrisse molte opere sui temi più svariati, dall'agricoltura alla fisica alla politica. I suoi libri più conosciuti sono "Onore e Verità" e "Lettera ad un Arcivescovo" nei quali mosse pesanti accuse alla famiglia Zupi. In base a quanto è riportato nei testi l’ostilità ebbe origine dal prestito di una somma di denaro. Vincenzo Greco diede, infatti, a Lorenzo Zupi i 1160 ducati che servivano per completare la strada Cerisano-Cosenza, soldi che non furono mai restituiti. Vincenzo ricorse in tribunale ma perse la causa.

Raffaele Paura 

Medico e scienziato, nacque il 13 settembre 1819. Si laureò in Medicina e inizialmente svolse la sua professione a Cosenza. Si trasferì a Napoli dove insegnò chimica organica e fondò lo stabilimento di chimica applicata all'industria. Fu socio dell'Accademia Cosentina e pubblicò alcuni articoli scientifici sulla rivista "Il Calabrese". Morì il 31 maggio 1862.

Francesco Santelli 

Avvocato, nacque il 3 aprile 1852. A Cosenza ricoprì cariche di grande importanza lavorando anche per il Consiglio dell'ordine degli avvocati al quale è stata donata la sua ricca biblioteca. Morì il 24 settembre 1915.

Antonio Zupo 

Deputato e poeta. Nacque l'8 marzo 1829 da Carlo e Isabella Grisolia. Dopo la laurea in Giurisprudenza, si dedicò alla politica ricoprendo per molti anni la carica di presidente della Deputazione provinciale di Cosenza. A lui si deve l'istituzione di una cassa di risparmio (1861) che sostituì le due casse di prestanze agrarie della Calabria Citeriore. Dal 1869 al 1872 fu deputato al Parlamento nel collegio di Cosenza. Tra le sue opere i componimenti "Ad un'orfanella" e "A Pietro Bombini per la nascita di mia figlia" e una poesia dedicata alla regina Margherita.

Giovan Battista Zupo 

Fratello di Antonio, nacque il 29 settembre 1827. Nel corso della sua vita ricoprì importanti cariche: fu sindaco di Castrolibero, soprintendente scolastico per il mandamento di Cerisano e capitano della Guardia nazionale (1862). Scrisse alcuni versi sciolti e un cenno biografico sul medico Nicola Zupo (pubblicato a Napoli nel 1846). Morì il 29 maggio 1889.

Nicola Zupo

Medico e scienziato, nacque il 15 maggio 1752 da Lorenzo e Agata De Luca. A 14 anni lasciò Cerisano per recarsi a Cosenza dove si dedicò allo studio della matematica e della filosofia. Si laureò in Medicina a Salerno a soli 23 anni. Dopo avere rifiutato una cattedra dell’ateneo salernitano, si trasferì a Napoli dove elaborò alcune teorie sulla cura delle febbri autunnali con la corteccia peruviana (chinina). Sposò in prime nozze Tommasina Martirano, che morì lasciandolo senza eredi, e in seconde nozze con Fortunata Gianfranceschi dalla quale ebbe quattro figli. Ritornato a Cerisano insegnò matematica dal 1786 al 1797. Dopo qualche anno, colpito da forti attacchi d’asma, fu costretto a tornare a Napoli per sottoporsi a cure specialistiche. Il tentativo fu vano perché morì nel dicembre del 1806. Fu sepolto a Napoli nella chiesa di San Giuseppe dei Nudi. Lasciò numerose opere scientifiche (la maggior parte delle quali è andata perduta) e, dopo il sisma del 1783, scrisse un trattato dal titolo "Riflessioni sulle cagioni fisiche dei tremmuoti".

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